Trama Iliade: Eroi, Fato e Gloria nella Guerra di Troia

Statua che raffigura lo scrittore Omero, padre dell'Iliade

Introduzione all’Iliade

L’Iliade è uno dei più antichi poemi epici della letteratura occidentale, attribuito al poeta greco Omero. Racconta gli eventi accaduti durante alcune settimane dell’ultimo anno della guerra di Troia. L’opera è fondamentale per comprendere la cultura dell’antica Grecia, ed è considerata una pietra miliare della letteratura mondiale.

Omero e l’importanza dell’Iliade nella letteratura

Omero è il poeta greco a cui viene tradizionalmente attribuita la paternità dell’Iliade e dell’Odissea. Sebbene non si abbiano informazioni certe sulla sua vita, è probabile che sia vissuto nel VIII secolo a.C. L’Iliade è la più antica opera di poesia epica greca giunta integra fino a oggi. Racconta dieci anni della guerra di Troia, concentrandosi in particolare sull’ira di Achille e sulle sue tragiche conseguenze.

Antefatto: Il pomo della discordia

Ilio, l’antico nome di Troia, era governata da Priamo. Peleo, re di Tessaglia, sposò Teti, una ninfa marina. Tutti gli dei furono invitati alle nozze tranne Eris, la dea della discordia.

Le nozze di Teti e Peleo

Offesa per non essere stata invitata, Eris decise di lasciare un pomo d’oro con la scritta “Alla più bella”. Tutte le dee dell’Olimpo pretesero il premio per sé stesse.

L’esclusione di Eris e il pomo d’oro

Zeus proclamò che il pastore troiano Paride avrebbe dovuto assegnare il pomo. Paride scelse Afrodite come dea più bella, suscitando l’ira di Era e Atena. Afrodite promise a Paride l’amore della donna più bella, Elena, sposa di Menelao di Sparta.

La scelta di Paride e il destino di Elena

Paride rapì Elena e la portò a Troia. Menelao chiese a suo fratello Agamennone di radunare un esercito per conquistare Troia e riavere Elena. La guerra durò dieci anni senza vittoria. Solo con l’aiuto di Achille gli Achei riuscirono a sconfiggere i Troiani.

La guerra di Troia

Dopo il rapimento di Elena, Menelao chiese ad Agamennone di aiutarlo a conquistare Troia per riavere sua moglie. Agamennone accettò e radunò un esercito di potenti re e eroi greci, tra cui Achille, il più grande eroe acheo.

Il rapimento di Elena e la reazione dei Greci

I Greci assediarono Troia per nove anni senza successo. Troia era protetta da mura impenetrabili e dall’intervento degli dei.

Achille e Agamennone, leader della coalizione greca

Achille era il miglior guerriero greco, quasi invulnerabile tranne che nel tallone. Agamennone era il re di Micene e fratello di Menelao. Guidava l’esercito ma il suo orgoglio causò gravi conseguenze.

La pestilenza nel campo greco

Apollo inviò una pestilenza nel campo greco per punire Agamennone, che aveva rifiutato di restituire la figlia di Crise, sacerdotessa di Apollo, a suo padre Crise, sacerdote di Apollo.

Il rifiuto di Agamennone e la collera di Apollo

Agamennone rifiutò di restituire Criseide a suo padre. Apollo inviò la peste nel campo acheo in risposta all’affronto del re.

La restituzione di Criseide e il bottino di guerra

Costretto dai suoi uomini, Agamennone restituì Criseide. Furioso, prese Briseide, schiava di Achille, come compensazione. Achille si infuriò per l’oltraggio.

Achille si ritira dalla guerra

Offeso da Agamennone, Achille si ritirò dalla battaglia. Senza il suo aiuto, i Troiani ottennero vittorie sui Greci.

Il conflitto con Agamennone e l’abbandono del campo di battaglia

Achille giurò di non combattere più per Agamennone. I Greci furono sconfitti e costretti alle navi.

Le conseguenze per i Greci e l’avanzata dei Troiani

Senza Achille, i Greci persero terreno. I Troiani respinsero gli attacchi e uccisero molti eroi greci. Solo il ritorno di Achille poté cambiare le sorti della guerra.

La morte di Patroclo

Patroclo era il più caro amico di Achille. Vedeva i Greci soccombere e chiese ad Achille di combattere. Achille rifiutò ma permise a Patroclo di indossare la sua armatura e guidare i Mirmidoni in battaglia.

Patroclo indossa l’armatura di Achille

Patroclo respinse i Troiani fino alle porte di Troia. Poi affrontò Ettore e fu ucciso. I Greci recuperarono il corpo di Patroclo ma non l’armatura di Achille.

La furia di Achille

Achille fu sopraffatto dal dolore per la morte di Patroclo. Giurò vendetta su Ettore. Sebbene la madre Teti gli avesse predetto una morte imminente, Achille decise di rinunciare alla vita pur di uccidere Ettore.

La vendetta per la morte dell’amico

Achille tornò in guerra e uccise molti Troiani. Affrontò Ettore e lo uccise, trascinando il suo corpo dietro il carro.

La restituzione del corpo di Ettore

Il re Priamo andò da Achille per chiedere la restituzione del corpo di Ettore e dargli degna sepoltura. Commosso, Achille accettò. I due nemici si strinsero la mano, mettendo fine alla furia di Achille.

Le suppliche di Priamo e la riconciliazione

Priamo supplicò Achille di restituire il corpo. Achille, ricordando il padre Peleo, si commosse e restituì il corpo.

L’argomento centrale: la furia di Achille

La furia di Achille per la morte di Patroclo portò alla morte di Ettore. La riconciliazione con Priamo mise fine alla sua ira e al suo desiderio di vendetta. La furia di Achille è uno dei temi centrali dell’Iliade.

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