Benefici dello Shilajit: L’Antico Segreto dell’Himalaya

Lo Shilajit, noto anche come “l’oro nero dell’Himalaya“, è un composto organico-minerale che ha trovato un posto d’onore nella medicina ayurvedica per secoli. Questa resina nera e appiccicosa, estratta dalle montagne dell’Himalaya, è ricca di minerali e sostanze nutritive che promettono numerosi benefici per la salute. Dal suo profondo legame con la storia antica alla sua prominenza nella medicina ayurvedica, lo shilajit ha viaggiato attraverso i secoli guadagnando la reputazione di un superfood. Questo articolo esplorerà le origini, l’uso nella medicina tradizionale e i benefici scientificamente comprovati dello shilajit, offrendo una panoramica completa di ciò che rende questo supplemento tanto ricercato.

La storia dello shilajit

Origini antiche e scoperte

Lo shilajit ha una storia antica che risale a migliaia di anni fa. Si ritiene che le sue proprietà curative siano state scoperte per la prima volta dagli abitanti delle montagne dell’Himalaya, che notarono questa sostanza resinosa che colava dalle rocce. Lo shilajit viene spesso definito “sudore delle montagne” o “netrare delle rocce” per via della sua origine.

Le prime tracce scritte dello shilajit risalgono ai testi ayurvedici indiani risalenti al VI secolo a.C. viene menzionato in opere come il Charaka Samhita, dove viene descritto come un rimedio Rasayana, ovvero in grado di rinnovare il corpo e prolungare la longevità. Anche nella medicina cinese antica vengono citati rimedi simili allo shilajit.

La parola sanscrita “shilajit” significa letteralmente “vincitore delle rocce”, riferendosi alla sua origine dalle montagne. Altri nomi con cui è conosciuto includono “shilajita“, “mummiyo“, “asphaltum punjabianum” e “fravashi”.

L’importanza nel contesto culturale

Nel corso dei secoli lo shilajit ha assunto un’importanza non solo medica ma anche culturale e spirituale. Nell’induismo viene considerato un dono degli dei, un regalo del dio Shiva all’umanità.

Secondo una leggenda indù, Shiva trascorse mille anni in meditazione sull’Himalaya assorbendo i vari minerali delle montagne. Al termine della meditazione, una sostanza scura e densa iniziò a fuoriuscire dal suo corpo sudato: questa era appunto lo shilajit, considerato sacro per le sue proprietà rigeneranti.

Nella medicina ayurvedica lo shilajit è diventato un componente fondamentale, usato come rimedio Rasayana capace di incrementare forza, vigore e longevità. Per secoli è stato assunto da yogi, monaci e altri praticanti spirituali nella speranza di espandere la propria consapevolezza.

Evoluzione dell’uso nel tempo

L’uso dello shilajit si è evoluto nel corso dei secoli, con variazioni delle modalità di impiego e delle indicazioni terapeutiche. Già nei testi ayurvedici antichi venivano descritte diverse preparazioni a base di shilajit mescolato con altre erbe e spezie.

La disponibilità dello shilajit è rimasta per lungo tempo limitata alla zona himalayana. Solo a partire dal XIX secolo, con la colonizzazione britannica dell’India, l’uso dell’essudato di roccia ha iniziato a diffondersi anche in Occidente.

Oggi lo shilajit viene esportato dalle regioni himalayane del Nepal, Bhutan e Pakistan. Grazie alla globalizzazione è diventato accessibile e popolare in tutto il mondo come integratore alimentare, ingrediente di prodotti cosmetici e rimedio ayurvedico. La ricerca scientifica moderna ne ha confermato molti dei benefici tradizionalmente attribuitigli.

Lo shilajit nella medicina ayurvedica

Fondamenti della medicina ayurvedica

L’Ayurveda è un sistema medico tradizionale originario dell’antica India, le cui origini risalgono a oltre 3000 anni fa. Il termine “ayurveda” deriva dal sanscrito e significa “scienza della vita”.

Secondo l’Ayurveda, la salute dipende dall’equilibrio tra corpo, mente e spirito. L’obiettivo è mantenere l’armonia tra i tre dosha (energie): vata, pitta e kapha. Le malattie insorgono quando i dosha sono squilibrati.

I trattamenti ayurvedici mirano a ripristinare l’equilibrio utilizzando rimedi naturali come erbe, spezie, cambiamenti nella dieta, attività fisica, tecniche di respirazione e meditazione. Ogni rimedio ha una specifica azione sui dosha.

La posizione dello shilajit nell’Ayurveda

Lo shilajit occupa un posto di rilievo nella farmacopea ayurvedica. Viene classificato come Rasayana, ovvero sostanza in grado di favorire la longevità incrementando l’essenza vitale. Ha un’azione equilibrante su tutti e tre i dosha.

Secondo i testi ayurvedici, lo shilajit possiede proprietà rasayana grazie al suo potente contenuto di minerali. Rinforza i tessuti, stimola il sistema immunitario, migliora la memoria e la vitalità in generale.

Lo shilajit viene spesso abbinato ad altre erbe ayurvediche potenziandone gli effetti benefici. Alcune combinazioni tipiche sono con ashwagandha, trifala, shatavari e amla.

Modo d’uso tradizionale

Nella pratica ayurvedica tradizionale, veniva assunto sotto forma di pasta purificata mescolata con latte, burro chiarificato o miele. Le dosi giornaliere variavano da 300 mg fino a 1 grammo.

I metodi di preparazione prevedevano processi di purificazione atti a ridurre il contenuto di impurità e a potenziare le proprietà terapeutiche dello shilajit grezzo. Veniva anche utilizzato esternamente per massaggi o impacchi locali.

L’assunzione di shilajit seguiva precise indicazioni stagionali e variazioni in base all’età del paziente. I periodi di trattamento duravano tipicamente 12-16 settimane, seguiti da pause.

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Benefici scientificamente comprovati dello shilajit

Proprietà antiossidanti

Vari studi hanno dimostrato gli effetti antiossidanti dello shilajit, dovuti alla presenza di acido fulvico e oltre 40 minerali, tra cui selenio, zinco, ferro e rame. L’acido fulvico è particolarmente efficace nel combattere i radicali liberi (qui uno studio scientifico in inglese).

Uno studio del 2012 ha evidenziato come lo shilajit sia in grado di ridurre lo stress ossidativo mitochondrialre nelle cellule nervose, contribuendo a prevenire malattie neurodegenerative come il morbo di Parkinson.

Le proprietà antiossidanti dello shilajit aiutano anche a contrastare l’invecchiamento cellulare e i danni ai tessuti causati dai radicali liberi.

Benefici cognitivi

Diversi studi hanno evidenziato i potenziali effetti benefici dello shilajit sulle funzioni cognitive, in particolare memoria e apprendimento.

Uno studio del 2021 su modello animale ha mostrato miglioramenti della memoria spaziale e riduzione dell’ansia dopo somministrazione di shilajit. Un’altra ricerca ha evidenziato un incremento dei livelli di dopamina, norepinefrina e serotonina.

Si ritiene che l’acido fulvico e i minerali presenti nello shilajit agiscano proteggendo le cellule nervose dallo stress ossidativo e potenziando la trasmissione neuronale.

Ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno gli effetti nootropici dello shilajit nell’uomo. Tuttavia i dati attuali sono promettenti.

Potenziamento del sistema immunitario

Lo shilajit sembra possedere proprietà immunomodulanti, ovvero in grado di regolare e potenziare la risposta immunitaria.

Secondo uno studio del 2011, stimola la produzione di cellule T helper, fondamentali per l’attivazione dei linfociti B e la produzione di anticorpi. Altri studi hanno evidenziato un aumento dei macrofagi dopo assunzione di shilajit.

La presenza di acidi umici e fulvici nello shilajit potrebbe avere un ruolo chiave nel modulare la risposta immunitaria. Sono necessarie più ricerche per validare questi effetti anche nell’uomo.

Dosaggio, assunzione e precauzioni

Come assumerlo correttamente

Lo shilajit è disponibile in varie forme come polvere, capsule, compresse, tintura, olio o anche puro e grezzo. La posologia giornaliera raccomandata va da 100 a 500 mg al giorno.

È consigliabile assumerlo con acqua lontano dai pasti. Può essere integrato anche in preparazioni ayurvediche insieme ad altre erbe. Per uso esterno va diluito in un olio vettore prima dell’applicazione sulla pelle.

La durata ottimale di assunzione va da 1 a 3 mesi, seguiti da un periodo di pausa prima di riprendere un nuovo ciclo di supplementazione. È bene consultare un medico ayurvedico per il dosaggio personalizzato.

Effetti collaterali potenziali

Lo shilajit ha un buon profilo di sicurezza ma può causare lievi effetti collaterali come nausea, mal di testa, vertigini e irritazione intestinale se assunto in dosi eccessive.

È sconsigliato in gravidanza, allattamento e nei bambini. Chi soffre di ipertensione, ulcera, gotta o calcoli renali dovrebbe evitarlo per via dell’alto contenuto di minerali.

Possono verificarsi interazioni con farmaci diuretici, ipotensivi e immunosoppressori. È bene consultare il medico prima dell’uso, specialmente in caso di patologie o terapie farmacologiche in corso.

Studi e ricerche sulla sicurezza

Nonostante i secoli di utilizzo tradizionale, sono necessari ulteriori studi sulla sicurezza e tossicità a lungo termine. Uno studio del 2021 non ha riscontrato effetti collaterali rilevanti in ratti trattati con alte dosi di shilajit per 90 giorni.

La qualità e purezza della materia prima è essenziale per garantirne la sicurezza. È importante utilizzare shilajit testato per metalli pesanti, micotossine e altri contaminanti ambientali. La standardizzazione del contenuto di acido fulvico può migliorarne anche l’efficacia terapeutica.

Riepilogo

Lo shilajit è un prodotto naturale dalla storia millenaria, con un profondo legame con le tradizioni mediche e spirituali himalayane. L’Ayurveda lo considera un potente Rasayana, capace di accrescere forza e longevità.

La ricerca scientifica moderna sta confermando molti degli effetti benefici attribuiti allo shilajit, come le proprietà antiossidanti, cognitive e immunomodulanti. Tuttavia ulteriori studi sono necessari per validarne completamente efficacia e sicurezza a lungo termine.

Quando assunto nelle dosi appropriate e con shilajit di qualità, questo integratore naturale sembra promettente per supportare il benessere e la salute dell’organismo.

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